A Città della Pieve è stato inaugurato, alla presenza di Lucia Annibali e Walter Verini, il primo centro anti violenza del Trasimeno, il quinto in umbria, dedicato alla memoria di Maria Teresa Bricca, uccisa da un suo vicino di casa nel lontano 1977.
Una giornata dolorosa, ma di grande speranza, perché il risultato ottenuto è stato per la maggior parte merito dell’Associazione La Rosa (Rete Operativa Sostegno Antiviolenza), che dal 2016 opera come Punto di Ascolto.
“Oggi a Città della Pieve – ha esordito la Annibali – avverto una grande partecipazione emotiva e vedo un reale interesse. Quest’anno – ha fatto notare – forse più degli altri questo dolore è stato dimenticato e messo da parte, superato da altri temi. La mia mozione – ha spiegato la deputata, testimone diretta della ferocia umana – punta a richiamare l’attenzione su questo e a proseguire il grande lavoro fin qui fatto. Occorre impegnarsi con azioni che restituiscano dignità e un domani di normalità alle vittime. Si tratta di un dolore – ha chiuso – che non va in stand by, ma che con il tempo è destinato ad aumentare di intensità”.
L’impegno di Città della Pieve non si limita al Cav. Come illustrato dall’assessore Barbara Paggetti “tanti progetti sono in corso nelle scuole sui temi dell’accoglienza, della tolleranza e dell’abbattimento delle differenze che non devono spaventare”. A gennaio inoltre partiranno cinque laboratori gratuiti di educazione emotivo-affettiva per ragazzi e ragazze dagli 11 ai 14 anni.
Ad illustrare compiti e funzioni del nuovo Centro è stata la presidente de “La Rosa”, Marina Ferrando, che ha ricordato come in due anni il Punto di ascolto abbia accolto 25 donne, provenienti anche dai comuni limitrofi.